ssh
ed scp
sono due strumenti molto comuni quando si lavora su un server da remoto. Analizziamoli.
ssh, slogin
ssh
con il suo alias slogin
(link simbolico ad ssh
) è lo strumento che ci consente l’accesso ad un server remoto.
La sintassi è la seguente, con i flags più comuni:
$ ssh [-vxC] [-l username] [-c cipher] [host] "comando"
Dove:
-v : abilita la modalità "verbose", utile per debugging -x : disabilita il forward automatico delle connessioni X11 -C : abilita la compressione -l : specifica lo username da utilizzare sul server, nel caso sia diverso dallo username locale -c : serve per scegliere l`algoritmo di crittografia a chiave simmetrica da utilizzare per la connessione "comando" : è un comando da eseguire sul server
Personalmente trovo molto comoda l’apertura di una connessione persistente per eseguire più operazioni. Dando per scontato che mi stanno bene i parametri predefiniti, uso la seguente sintassi:
$ ssh [username]@[host]
scp
Questo comando serve per trasferire files da locale a remoto o viceversa in maniera sicura.
La sintassi è la seguente, con i flags più comuni:
$ scp [-vrC] [-c cipher] [[user@]host1:]file1 [[user@host2:]file2
Dove:
-v : abilita la modalità "verbose" -r : copia ricorsivamente una cartella -C : abilita la compressione -c : serve per scegliere l`algoritmo di crittografia a chiave simmetrica da utilizzare per la connessione
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