Un mondo di squali

defc0n scrive:

Il web è in continua, anche se singhiozzante, espansione. Gente che fino a pochi anni fa considerava internet un luogo esclusivamente riservato a pervertiti, pedofili, porno-addicted ed acher, ora lo vedono anche come luogo dove rendere visibile 24h su 24h la propria attività.. Quindi, a meno di non avere un esperto in famiglia, scatta la caccia al tecnico più disponibile e supino alle richieste dell’azienda\privato che vuol fare di internet la propria vetrina. Dopo aver contattato il webmaster, i committenti cominciano a fargli le richieste più assurde, con ovvia preoccupazione del malcapitato nel dover spiegare che non è possibile\consigliabile fare tutto (es. mettere come sfondo un video con fuochi d’artificio o cose simili per un sito che parla di infissi), e che il sito per concezione deve essere più vicino ad un dépliant informativo interattivo piuttosto che ad una pubblicità su una rete locale.. Ma il committente insiste, ed allora il webdesigner lo informa che per ogni richiesta fuori dalla norma il prezzo è costretto a lievitare. Ah, il prezzo! Quando viene richiesto un sito, spesso pensano che con 50 euro si riesca ad avere una produzione all’altezza di cocacola.com o roba del genere.. Appena viene proposta la prima bozza del sito, il viso del committente ha una sola parola descrittiva: delusione. Senza fuochi d’artificio come sfondo non va bene, e poi per BEN 50 euro lui si aspettava molto di più, tanto alla fine è solo un sito. Ecco, punto numero uno: il webdesigner non è un lavoro da 4 soldi e non è semplice come sembra fare un sito, magari conforme e crossbrowser, con grafiche personalizzate e quant’altro. Il lavoro fatto deve essere pagato il giusto, non di più (come per gli elettrotecnici, idraulici ecc) e non di meno.

Altro esempio.

Mi è capitato, mesi fa, di partecipare ad un progetto che comprendeva sito wap + sito web, commissionato da una nota azienda di telecomunicazioni che non supponeva alcun problema di pagamento. Bene, il lavoro, ovviamente sottopagatissimo, terminato e consegnato ad inizio Novembre 2007 dopo posticipi, revisioni, quasi cancellazioni eccetera, ancora non ha una data di pagamento ufficiale. Quindi il webdesigner (ma in questo caso non solo lui, ma anche tutti i programmatori a vari livelli) non solo deve temere il piccolo privato che richiete il piccolo sito, ma anche la grande multinazionale che richiede un progetto importante e complesso.

Alla fine la conclusione è che fino a quando non ci sarà una completa e globale inculturazione informatica, gli informatici di mestiere, che si muovono da soli, devono sputare tanto sangue e con davvero poche ricompense, sia tangibili che ideali.

3 commenti a “Un mondo di squali”

  1. `wee` Scrive:

    La serietà del cliente è un prerequisito: quando ho a che fare con un nuovo cliente mi documento per sapere se pagano, che gente sono, ecc… ma avrei dato per scontato che ci si potesse fidare di grosse aziende. Conoscendo la tua esperienza, adopererò la stessa cautela. Grazie!

  2. Nexus Scrive:

    concordo pienamente.. stiamo attraversando una problematica molto simile proprio in questi giorni, con un cliente che ha semplicemente “cambiato idea” sul suo sito, e ora non vuole pagare, dicendo che magari lo farà più in qua… ci ho lavorato 3 settimane su quel sito.. dov’è il rispetto per questo lavoro?

    Ho imparato nelle varie agenzie in cui ho lavorato, che l’unico modo per tutelarsi ragazzi è cercare di mettere tutto per iscritto, anche le cose più semplici, fare firmare preventivi e modifiche, tutto nero su bianco, è l’unico modo per tutelare il proprio lavoro contro questa massa di clienti che prima o poi tutti ci troviamo ad affrontare..

    non è sempre possibile ahimè, molti sembrano quasi sparire una volta che inizia a lavorare.. ma per lo meno quando si riesce si sta un pò più tranquilli.

  3. `wee` Scrive:

    Nexus, sicuramente un contrattino può tutelarti… un acconto… e un buon avvocato :D

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